i Whigs afgani sono la fascia rock and roll astratte più accessibili in circolazione. Con il quale intendo che non hanno quasi mai ganci. Non hanno testi accattivanti. Le loro canzoni sono profonde e arrestano l’introspezione e si sentono come se fossero emersi dal fango, urlando, lottando, piangendo e doloranti per essere liberi.
Sì, così.
Eppure, ci sono canzoni come “Light As a Feather” che si troverà ancora nella tua testa. E poi c’è Oriole, che, se ti abbandoni a ragionare, ti porterà in un viaggio accidentato di temi riconoscibili e irriconoscibili, impennati e schiantando.
Greg Dulli lasciò la band per formare i cantanti di Twilight e sei fantastici album in seguito è tornato per fare questo: è come DreamPop hardcore Ambient. È un nido di contraddizioni. Sono tutti qui: Dave Rosser e Jon Skibic macinano la chitarra, il batterista Patrick Keeler, il polistrumentista Rick Nelson e il bassista John Curley.
Se ti sono piaciuti i Whigs afgani prima, sono loro volte venti.
Ecco un campionatore: